domenica 30 novembre 2014

Freebacoli, guerra popolare di lunga durata: così stiamo liberando la città

Considerazioni politiche e tattiche di una grande giornata di vittoria.

di Vincenzo Crosio
--storico della conoscenza e Meridionalista Democratico

Sun tse descrive nel suo trattato sull'arte della guerra (ma non è da meno il barone von Clausewitz), un modo di condurre la battaglia tutta particolare: la variante tattica permanente che già il generale e l’ultimo primo ministro della Dinastia Han, Cao Cao, al tempo dell’ Età dei tre regni,vissuto tra il 155 e il 220 dopo Cristo, definito popolarmente come il Machiavelli cinese, e poi il presidente Mao, descriverà come la guerra mobile permanente. In particolare nei 36 stratagemmi della strategia cinese ciò riguarda un modo particolare anche di concepire la politica e la guerra popolare di lunga durata.

Un piccolo esercito, un piccolo partito, una minoranza, una piccola formazione può condurre una lunga guerra di sfinimento dell’avversario con una strategia molecolare, di strategie di guerra rizomatiche, sotterranee. In genere l’avversario sottovaluta la capacità del piccolo esercito di combattere perché non ne capisce la motivazione. E’ vero cioè che un piccolo esercito, una minoranza deve avere per vincere un avversario più forte una grande , grandissima motivazione. E’ stato così per l’indipendenza dei popoli europei, è stato così per la liberazione dal Colonialismo, è stato così nella guerra popolare di liberazione contro il nazifascismo.

Da dove deriva allora la forza di una piccola associazione culturale e poi politica come Freebacoli? Dal suo essere una formazione, un soggetto politico plurale, rappresentativo di una forma politica che assume dentro di sé ogni identità territoriale, professionale, che ha stretto legami federati con altre associazioni territoriali, dentro e fuori Bacoli, che ha nella discussione politica franca e fraterna, democratica, il suo perno motore. L’utopia del futuro di cui parla Francesco, papa Francesco, è esattamente questo: il popolo federato che esprime la sua volontà attraverso i suoi figli, i suoi propri figli che amano il territorio, che hanno la cura fraterna dell’uno con gli altri, che sono grandi guerrieri dello spirito. Ma è soprattutto l’utopia concreta, lo slittamento topografico di due assi congiunti insieme, la teoria e la pratica delle relazioni sociali, la costruzione della comunità, del suo benessere, del suo ritrovarsi insieme, del progetto solidale del proprio destino.

Per continuare a leggere l'articolo di Vincenzo Crosio, vai al sito di Freebacoli facendo clic su questo link.

lunedì 24 novembre 2014

Una nuova cabina di regia per "fare sistema" al Sud

Riportiamo l''intervento che Tony Quattrone ha fatto per i Meridionalisti Democratici-federalisti europei durante il convegno organizzato dal Partito Democratico di Pozzuoli intitolato "Disegniamo il futuro di Pozzuoli e dell'Area Flegrea", che si è svolto il 22 e 23 novembre 2014 presso l'Hotel "Gli Dei" di Pozzuoli.  Nel convegno si è discusso dei piani portati avanti dal Sindaco di Pozzuoli e dalla sua amministrazione, dei progetti nell'area flegrea, del rapporto fra i comuni e lo Stato Italiano, le difficoltà che la burocrazia statale pone nell'attuazione dei progetti comunali nella zona flegrea, l’assenza di un’agenda meridionalista nel Partito Democratico e la generale assenza del Mezzogiorno nei piani del governo. L'intervento del nostro rappresentante ha posto l’accento sia sulla necessità di creare una visione di come vogliamo che sia il Mezzogiorno nel futuro e sia sulla necessità di creare una cabina di regia capace di gestire in modo sistemico la politica territoriale nel Sud e in particolare quella dei Campi Flegrei. La cabina di regia, dal nostro punto di vista, dovrà includere, oltre alle istituzioni, anche le associazioni territoriali.

Durante l'incontro si sono succeduti amministratori flegrei, attivisti delle diverse associazioni, giovani militanti e rappresentanti del PD, il sindaco di Pompei, Nando Uliano, il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, l'editore Dario Chiocca ed infine, il presidente del partito democratico, Matteo Orfini.  Quest'ultimo ha ricordato, alla fine dell’incontro, che il meridionalismo è la risposta alla mancanza di uguaglianza territoriale e che, purtroppo, quando la sinistra si è dimenticata dell’uguaglianza, ha finito per mettere da parte anche il meridionalismo. Orfini auspica che il meridionalismo divenga centrale nel PD.


**********Segue l'intervento di Tony Quattrone***************

Tony Quattrone

Ringrazio Mariano Amirante  per il gentile invito a partecipare a questa importante “due giorni” su Pozzuoli e il futuro dei Campi Flegrei.

Sono Tony Quattrone e faccio parte dei meridionalisti democratici-federalisti europei. Noi, meridionalisti democratici, abbiamo il piacere non solo di essere vicini di casa del partito democratico puteolano ma di aver anche ospitato nella nostra sede, durante l’ultimo anno, gli onorevoli Gianni Pittella e Leonardo Impegno.  Condividiamo con il Partito Democratico una visione simile sui diritti civili, umani e sociali e abbiamo la medesima aspirazione di porre al centro del nostro impegno politico la giusta uguaglianza fra le persone, sia in senso formale, attraverso la legge, sia in modo sostanziale e reale, rimuovendo quelle barriere di ordine naturale, sociale ed economico che non consentono la piena realizzazione delle persone.



Mariano Amirante, segretario PD Pozzuoli
Nelle discussioni con Pittella e Impegno abbiamo ribadito due concetti fondamentali.  Il primo è che è necessario formulare una visione di cosa deve essere il nostro Mezzogiorno.  Abbiamo bisogno di immaginare come deve essere il Sud del 2020. Quali sono le nostre vocazioni? Quali sono le attività produttive che meglio esprimono la nostra personalità “collettiva”? Quali sono le attività che meglio si coniugano con le specificità geografiche del territorio?  Per rispondere a queste domande è necessario rapportarsi direttamente al territorio, analizzare le statistiche, comprendere gli eventi nel loro rapporto di causa ed effetto, cercando di capire cosa ha condotto il Mezzogiorno alla sua condizione di subalternità e di arretratezza, partendo dall'invasione piemontese di 154 anni fa arrivando fino ad oggi.


Enzo Figliolia, sindaco di Pozzuoli
Il secondo punto che abbiamo ribadito è quello della necessità di sviluppare un concetto sistemico, ponendo al centro di tutta l’attività politica una metodologia che individui in tutte le occasioni le interconnessioni fra una azione ed un’altra, cercando di comprendere i rapporti di causa ed effetto.  Questa metodologia sistemica pone in risalto la necessità che ci sia una cabina di regia capace di creare la necessaria e auspicabile sinergia negli interventi infrastrutturali, negli interventi economici, in quelli fiscali e così via.  Con Pittella e Impegno abbiamo ribadito che il Partito Democratico e i rappresentanti parlamentari dei nostri territori, di tutti i partiti, così come i governatori, fino ad oggi sono venuti meno alla creazione di tale cabina di regia, che poteva intervenire con forza per rimuovere le barriere all'uguaglianza che oggi sono la causa della forte emigrazione dei nostri ragazzi verso altri territori, portando via la nostra futura classe dirigente.

Nando Uliano, Sindaco di Pompei
Veniamo ai Campi Flegrei.  In primo luogo, esprimiamo la nostra posizione positiva nei confronti del Sindaco Vincenzo Figliolia, che ha saputo muoversi con grande abilità nel portare avanti la trasformazione di Pozzuoli.  Le cose si vedono ad occhio nudo e non staremo qui a fare la lista delle cose che vanno e quelle da completare.  Fare il Sindaco è lavoro durissimo, specialmente quando lo Stato Nazionale Italiano pone tanti ostacoli sulla sua strada.

Per quanto riguarda i Campi Flegrei, è fondamentale creare una visione condivisa fra i cittadini.  Noi abbiamo proposto nel nostro convegno dell’anno scorso, organizzato con varie associazioni flegree, una Campi Flegrei del 2020 come un biodistretto, dove tutte le attività produttive sono volte al rispetto della vocazione del territorio.  Al centro della nostra visione è un territorio che mette in risalto l’agricoltura, l’artigianato di qualità, il turismo di qualità basato sia sulla archeologia sia sulla paesaggistica, la cultura.

Per portare avanti una visione dei Campi Flegrei 2020, c’è bisogno di una metodologia di sistema perché gli attori sono tanti ed ognuno pone ostacoli sul percorso.  Per esempio lo Stato Italiano, che ha messo la sua bandiera sui nostri beni archeologici, non fa la manutenzione che dovrebbe, e spesso non è nemmeno capace di tenerle aperte al pubblico.  Se lo Stato non fa la sua parte, il resto del sistema si ferma.  Pertanto, torniamo all'idea che Gianni Pittella lanciò nella nostra sede di chiamare a raccolta i deputati eletti al Sud per trovare il consenso necessario per spingere lo Stato ad intervenire in modo sistemico a sostegno della nostra archeologia, dei nostri beni culturali e paesaggistici e così via.
Matteo Orfini, Presidente del PD



Chiudo con la proposta di creare una cabina di regia specifica per i Campi Flegrei, individuando al più presto e non oltre le prossime elezioni Regionali campane e le elezioni per il Sindaco di Quarto, la composizione di tale cabina.  Auspichiamo che siano rappresentate correttamente le associazioni territoriali che in questo momento sono, probabilmente, l’unica realtà locale che funge da connessione fra la politica e i cittadini.  Noi siamo pronti per dare il nostro contributo.
L'intervento di Tony Quattrone


giovedì 13 novembre 2014

Mauritania: Arrestati attivisti anti-schiavitù

Rilanciamo l'articolo pubblicato dalla Sezione Italiana di  Amnesty International oggi, 13 novembre 2014

Mauritania, nuovo giro di vite contro gli attivisti anti-schiavitù


L'11 novembre 2014 almeno nove noti attivisti contro la schiavitù in Mauritania sono stati arrestati e trasferiti in vari centri di detenzione della città meridionale di Rosso, col divieto di ricevere visite familiari.

Tra gli arrestati figurano Biram Ould Dah Ould Abeid, presidente dell'Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista (Ira) e candidato alle elezioni presidenziali del giugno 2015; Djiby Sow, presidente dell'organizzazione non governativa Kawtal; e Brahim Bilam Ramdhane, vicepresidente dell'Ira.

Le persone arrestate fanno parte di organizzazioni non governative per i diritti umani impegnate contro la schiavitù in Mauritania. Nella settimana che ha preceduto il giro di vite nei loro confronti, avevano girato il paese organizzando incontri pubblici, raduni e letture. L'iniziativa è stata fermata a Rosso quando la polizia ha interrotto una riunione col pretesto che non era stata autorizzata. L'Ira aveva chiesto il permesso ma il governo, con una dichiarazione scritta, l'aveva negato.

"In Mauritania, gli attivisti contro la schiavitù sono soggetti a costanti minacce e intimidazioni. Le loro attività sono vietate o gravemente represse con frequenti arresti. Questo ennesimo giro di vite è una chiara violazione dei diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione" - ha dichiarato Gaetan Mootoo, ricercatore di Amnesty International sull'Africa occidentale.

Alcuni degli arrestati sarebbero stati picchiati dagli agenti di polizia. Poche ore dopo gli arresti, la polizia ha chiuso la sede dell'Ira e arrestato il portavoce dell'organizzazione.

La repressione nei confronti degli attivisti anti-schiavitù è aumentata negli ultimi tempi. A ottobre, quattro esponenti dell'Ira sono stati arrestati nella principale moschea della capitale Nouakchott mentre stavano replicando a critiche espresse contro la loro organizzazione. Sono stati incriminati per aver disturbato la preghiera e incitato alla rivolta. Sono tuttora in stato di detenzione, in attesa di processo.

"Le autorità mauritane devono rilasciare tutti i prigionieri di coscienza immediatamente e senza condizioni e porre fine alle continue minacce e intimidazioni nei confronti degli attivisti contro la schiavitù. È fondamentale che esse rispettino in pieno il lavoro legittimo degli attivisti e riconoscano il loro importante ruolo nel pretendere che il governo dia seguito ai suoi obblighi e impegni sui diritti umani. Il diritto di riunione pacifica è un diritto fondamentale, collegato ad altri diritti come quello alla libertà d'espressione" - ha concluso Mootoo.

Link per leggere l'articolo originale sul sito di Amnesty International

lunedì 10 novembre 2014

La Catalogna vota per l’indipendenza! Il conflitto tra “Stato” spagnolo e “Nazione” catalana diviene caldo!

foto Ansa


Il 23 gennaio 2013, il Parlamento della Catalogna votò con 85 voti favorevoli, 41 contrari e 2 astensioni la "Dichiarazione di Sovranità e del diritto di decidere del popolo della Catalogna". Tale diritto è fondato sui principi di sovranità, legittimità democratica, trasparenza, dialogo, coesione sociale, europeismo, legalità, ruolo principale del parlamento e partecipazione condivisa.

In data 8 maggio 2013, l’omologo della nostra “consulta” a Madrid bocciava la dichiarazione di Sovranità Nazionale della Catalogna. L’istanza di indipendenza veniva comunque subito riproposta al governo centrale madrileno dalla Mesa del Parlament de Catalunya, che con tale atto alzava il livello del conflitto politico-sociale-istituzionale, affermando che la "Dichiarazione di sovranità nazionale" restava comunque vigente, perché espressa dal Parlamento della Catalogna e come tale non annullabile, fino a controprova.

Artur Mas al voto - foto Ansa
Il 12 dicembre 2013, in conferenza stampa presso il Palau de la Generalitat de Catalunya, il Governo di Catalogna rappresentato da Artur Mas, annunciò data e contenuti dei quesiti referendari.

L’8 aprile 2014, il Parlamento spagnolo respinse a larga maggioranza la richiesta referendaria.

Il 23 aprile il Presidente Catalano annunciava che, nonostante tutto, un referendum conoscitivo sugli intenti si sarebbe tenuto il 9 novembre 2014, anche senza riconoscimento ufficiale dei risultati da parte del governo centrale di Madrid. I quesiti del referendum erano due: il primo riguardava l'ipotesi di dare alla Catalogna lo “status” di nazione, il secondo se concederle l'indipendenza.

Il risultato della consultazione è oggi chiaro: i Catalani vogliono l'indipendenza.  Se le analisi del governo centrale madrileno sono basate su ipotesi di partecipazione esclusiva da parte dei militanti indipendentisti, il dato incontrovertibile resta quello di una schiacciante vittoria del voto democratico a favore dell'indipendenza con una prevalenza maggiore del 80%.  Una vera democrazia si deve interrogare sul dato e chiedersi se non sia necessario per essere considerata tale chiamare in maniera ufficiale alle urne tutti i catalani, al fine di garantire il diritto di autodeterminazione dei popoli.

Più prima che poi anche i nostri popoli, attualmente governati dal tricolore con radici sabaude, potranno esprimersi sull'assetto istituzionale futuro dei nostri territori, avvalendosi del diritto all'autodeterminazione riconosciuto dalle Nazioni Unite. E quando la nostra gente avrà preso realmente coscienza e pretenderà di potersi esprimere democraticamente sul proprio futuro, i venditori di fumo nordisti, alla Matteo Salvini, mascherati da amici del Sud, saranno spazzati via.



venerdì 7 novembre 2014

Siti archeologici e monumenti: fra pubblico e privato

Gino Balestrieri

Gino Balestrieri, segretario flegreo dei
Meridionalisti Democratici
Giovedì, 6 novembre, a Pozzuoli, nella splendida residenza storica “Villa di Livia”, di proprietà dell'imprenditore puteolano Tobia Carannante, si è tenuto un convegno promosso e organizzato dall'Associazione Fare Verde, sul ruolo dei privati nella valorizzazione dei siti archeologici. Al convegno ho partecipato quale Segretario della Sezione Flegrea dei Meridionalisti Democratici.

Sono intervenuti: Marcello Taglialatela, parlamentare Fratelli d'Italia, promotore di una proposta di legge sul tema specifico e convinto sostenitore dell'affidamento gestionale del patrimonio a soggetti privati anche per tempi lunghi, necessari a garantire un rientro economico sufficiente ad incentivare 'investimento privato. Secondo Marcello Taglialatela, 30 anni sarebbe un tempo sufficiente a garantire l'interesse di investimento di soggetti privati.

La Dott.ssa Costanza Gialanella, funzionario della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Napoli, si é dichiarata sempre più sfiduciata nei confronti dello Stato centrale, cui rimprovera di non fare abbastanza per la gestione dei siti archeologici e che quindi, a malincuore, lei "statalista convinta", termine da Lei usato durante il dibattito, sarebbe favorevole ad una maggiore presenza dei privati nella gestione dei siti. Ma la stessa Gialanella si è poi lamentata del fatto che all'Anfiteatro Flavio la biglietteria data in gestione, su concessione Mibac, ad un privato, alla cooperativa Coop Culture, nella realtà dei fatti è gestita dal personale strutturato dell'Anfiteatro (con spese aggiuntive non giustificate aggiungo io).

A questo proposito avrei voluto chiedere alla Dott.ssa se trovi giusto che una Cooperativa con sede legale a Venezia Mestre gestisca la biglietteria di siti bellissimi quali l'Anfiteatro Flavio, il museo di Bacoli ecc., e che oltre al danno economico nel non far fare impresa locale vi sia da subire per i nostri cittadini anche la beffa della traslazione delle dovute tasse IRPEF e IRAP verso territori che godranno di disponibilità di cassa per ricchezze loro impropriamente attribuite . . . perché le tasse, la Coop Culture le paga a Venezia!

Interessante intervento di Raffaella Forgione, neo-assessore del Comune di Pompei che ha criticato senza mezzi termini l'eccesso di burocrazia che impedisce nei fatti qualsiasi iniziativa sull'uso dei siti archeologici. Gli interventi dei sindaci di Pozzuoli e di Bacoli, Vincenzo Figliolia ed Ermanno Schiano sono stati similari; entrambi hanno "promesso" di mettere tutto l'impegno possibile per la valorizzazione massima delle bellezze naturali ed architettoniche dell'area flegrea, tale da creare un "volano" che rilanci l'economia e l'occupazione, etc.  Resta sottinteso che avrebbero voluto aggiungere “con quali soldi, con quali mezzi visto che in cassa non c'è una lira”.

La verità è che lo Stato latita nei nostri territori -- 14 milioni di Euro l'anno per l'Arena di Verona e pochi spiccioli per il nostro Anfiteatro Flavio sono fatti e non chiacchiere -- aspettarsi che l'intervento economico, improbabile, degli imprenditori (i commenti scettici di quelli intervenuti ieri lo dimostrano) possa risolvere la situazione dei nostri siti archeologici, vuol dire perdere altro tempo e prendere in giro la nostra gente.



mercoledì 5 novembre 2014

Manifestazione Bersaglieri: Prosciolti i militanti con la Bandiera del Regno delle Due Sicilie!

Napoli, 5 novembre 2014: Il pubblico ministero Falcone si è pronunciato per il dissequestro della Bandiera del Regno delle Due Sicilie che era stata sequestrata in quanto "corpo del reato" lo scorso 22 ottobre quando due indipendentisti, Nicola Terzilli e Ferdinando Ambrosino, l'avevano mostrata all'interno della caserma "Nino Bixio" durante una manifestazione dei bersaglieri.  Il P.M. ha disposto l’archiviazione per il caso e la restituzione del vessillo al legittimo proprietario.




Da "roadtvitalia.it" del 5 novembre 2014

Articolo di Antonio Folle

Esultano gli indipendentisti scesi in piazza questa mattina per fare pressione sulla Procura che doveva decidere sul dissequestro della bandiera borbonica sequestrata lo scorso 22 ottobre a Nicola Terlizzi e a Ferdinando Ambrosio. I due si erano introdotti nella caserma Nino Bixio a seguito della manifestazione nazionale del corpo dei bersaglieri e, quando hanno esposto la loro bandiera, sono stati fermati e denunciati dalla Digos che ha disposto anche il sequestro del vessillo quale “corpo del reato”.

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domenica 2 novembre 2014

Luca De Filippo dirigerà la scuola d'arte drammatica del Teatro Stabile di Napoli




«Accetto con gioia ed entusiasmo, sarò il portabandiera di Eduardo. Sarà la prima scuola dove si insegnerà a recitare anche in lingua napoletana».

Luca de Filippo dirigerà per il primo quinquennio la nascente scuola d' arte drammatica del Teatro Stabile di Napoli con sede principale al Teatro San Ferdinando (che fu donato al Comune del figlio del drammaturgo scomparso 30 anni fa) e che si trova in piazza Eduardo de Filippo. L'annuncio è stato dato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris in occasione del bilancio delle attività per il trentennale della morte di Eduardo a palazzo San Giacomo.

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