domenica 31 marzo 2013

Meridionalisti Democratici: nuova sezione di San Bartolomeo in Galdo


Meridionalisti Democratici – federalisti europei
Corso della Repubblica n. 78 - 80078 Pozzuoli (Na)
www.meridem.org - info@meridem.org - fax 081.19308640

Oggi è il giorno di Pasqua inviamo a tutti un dono di pace e fratellanza.
E' con questo stesso spirito gioioso che a nome del Presidente dei Meridionalisti Democratici, Domenico Capobianco, del Coordinatore Regionale Campania, Alessandro Citarella, del Segretario Provinciale di Benevento, Giuseppe Mazza e di tutti gli iscritti, vi informiamo, che abbiamo aperto la nuova sezione di San Bartolomeo in Galdo (Bn), ecco di seguito i contatti:

Meridionalisti Democratici di San Bartolomeo in Galdo
Sezione "Francesco Roti"
Via San Vito n. 80
82028 San Bartolomeo in Galdo (Bn)
Segretario: Sergio Truglio
e.mail: sergiotruglio@meridem.org

Formuliamo i nostri migliori auguri a tutti gli iscritti ed al segretario della sezione.

A seguito della nuova apertura la nostra pagina dell'organizzazione è stata aggiornata:
http://meridem.blogspot.it/p/organizzazione.html

Il Segretario provinciale dei Meridionalisti Democratici Giuseppe Mazza
con una rappresentanza degli iscritti dal Sannio
ed il Segretario della nuova Sezione di San Bartolomeo in Galdo Sergio Truglio
Vista dal Campanile della Chiesa Madre della splendida San Bartolomeo in Galdo (Bn)


martedì 26 marzo 2013

Dai il 5 per 1000 al SUD, fai i fatti e non le chiacchiere.

I Meridionalisti Democratici invitano i meridionali, ovunque residenti, a fare qualcosa di concreto per le loro terre devolvendo i 5x1000 del proprio IRPEF a enti e associazioni del Sud.

Nel 2013 è prevista la destinazione di 400 milioni di euro da parte dello Stato italiano per gli enti del volontariato, di ricerca scientifica e Università, ricerca sanitaria, associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni a fini sportivi, che svolgono rilevante attività di carattere sociale, attraverso la destinazione dei fondi vincolati attraverso la scelta del 5x1000 del proprio IRPEF.

E’ facile immaginare quanto sarebbe importante se anche solo un terzo di questi soldi fosse destinato, ad esempio, a istituti oncologici del meridione!

Secondo le istruzioni fornite dallo Stato italiano, “il contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), firmando in uno dei cinque appositi riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione (Modello Unico PF, Modello 730, ovvero apposita scheda allegata al CUD per tutti coloro che sono dispensati dall’obbligo di presentare la dichiarazione)”.

“Oltre alla firma, il contribuente può indicare il codice fiscale del singolo soggetto cui intende destinare direttamente la quota del 5 per mille. I codici fiscali dei soggetti ammessi al beneficio sono consultabili negli elenchi pubblicati.  Per destinare la quota del cinque per mille al comune di residenza è sufficiente apporre la firma nell'apposito riquadro.”

Al seguente link è possibile trovare gli enti e le associazioni con sede ed attività nel meridione:

sabato 23 marzo 2013

Una mobilità immobilizzata: Salerno e provincia a rischio paralis


La campagna elettorale è terminata un mese fa, c'è un nuovo Parlamento, e, mentre tutti i talk-show politici sono ritornati ad occuparsi del solito gossip all'italiana, nelle città, specialmente in quelle del Sud, i problemi irrisolti da tanti anni di malgoverno locale accoppiato a quello nazionale a trazione leghista sono in procinto di scoppiare.  Nella provincia di Salerno, per esempio, nell'ultimo mese si è aggravato il problema dei collegamenti territoriali, che rischiano di scomparire completamente.

La drastica riduzione di 50% dei mezzi in circolazione della SITA SUD, l’azienda della mobilità campana, ha messo in crisi il collegamento con alcune zone della provincia di Salerno e la tratta autostradale e interna tra Napoli e Salerno.  Nel frattempo si stanno palleggiando le responsabilità la provincia di Salerno e la Regione Campania.

La crisi del CSTP, il Consorzio salernitano del trasporto pubblico, oramai in liquidazione rischia di chiudere e di mandare a casa i suoi lavoratori se non avverrà la ricapitalizzazione per la quale, nonostante l’impegno della Provincia di Salerno e del Comune di Salerno, mancano ancora 340.000 euro.

foto: "Il Mattino" on line, del 6 marzo 2013
A tale situazione, che potrebbe definirsi a dir poco kafkiana, si aggiunga il mancato completamento della metropolitana di Salerno, opera pregevole e che aiuterebbe a decongestionare il traffico cittadino e magari consentire in futuro di collegare il nord al sud della provincia salernitana, per disaccordi tra il Comune di Salerno, con a capo una giunta di centrosinistra, e la Regione Campania, guidata da una giunta di centrodestra.

“Io non so di chi sia veramente la colpa di questo stato di cose – dice Guglielmo Grieco, Segretario provinciale dei Meridionalisti Democratici di Salerno – e sinceramente poco mi interessa. So solamente che da cittadino di questa provincia sono indignato perché viene quotidianamente violato il diritto dei miei concittadini di godere della libertà di movimento, della libertà di raggiungere i propri cari ovunque essi si trovino o di raggiungere una meta per lavoro, di poter pensare di andare semplicemente in giro per la nostra bella provincia con la famiglia e invece siamo ancora una volta mortificati e costretti ad attendere che altri decidano del nostro destino. Faccio appello alle Autorità competenti affinché mettano da parte gli interessi di partito e si decidano finalmente a dare risposte concrete ai nostri cittadini”.

Della stessa opinione sono Giulio Santangelo, segretario della sezione di Salerno dei Meridionalisti Democratici, e Salvatore Lana, segretario della sezione di Castel San Giorgio dei Meridionalisti Democratici, i quali aggiungono una ulteriore considerazione: “Dall'unità d’Italia in poi abbiamo passivamente assistito al tentativo, certamente riuscito, di rendere il Sud sempre più inefficiente e fortemente arretrato sotto ogni punto di vista rispetto al resto del paese, in particolare privando i nostri territori dei mezzi di trasporto necessari per la vita di una comunità e facendo subdolamente credere che siamo noi ad essere incapaci di realizzare le infrastrutture e non certo lo Stato nord-centrico. Ora è giunto il momento di ribaltare questo stato di cose e far riappropriare la nostra gente di tutti i propri diritti, anche quello alla mobilità. Per questi motivi, riguardo a quanto sta accadendo negli ultimi mesi in provincia, è necessario vigilare affinché chi siede sulle poltrone che contano faccia il proprio dovere, rendendoci ovviamente disponibili ad un confronto democratico e civile che porti a raggiungere un obiettivo fondamentale e prioritario per tutti noi, ovvero di garantire che i nostri territori abbiano un sistema di trasporti efficiente e moderno”.
-meridionalisti democratici di Salerno

martedì 19 marzo 2013

Il divario fra Centro-Nord e Sud continua a crescere


Il divario crescente fra Centro-Nord e Sud è misurabile utilizzando vari termini di raffronto.  Recentemente, alcuni dati pubblicati dall'Istat e dall'Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ) permettono di comprendere l’entità dell’attuale divario e le probabili drammatiche traiettorie che sono già evidenti e che non fanno prevedere nulla di positivo nel breve e medio termine per la condizione economica dei nostri territori.

Il primo dato è il confronto fra il Prodotto Interno Lordo (PIL) del Centro-Nord e quello del Sud.  Il PIL misura il valore totale dei beni e servizi prodotti in una specifica zona geografica (come una nazione) nel corso di un anno, e destinati al consumo dell'acquirente finale, agli investimenti privati e pubblici, alle esportazioni nette (ovvero le esportazioni totali meno le importazioni totali). Negli ultimi quattro anni, il PIL degli ex territori del Regno delle Due Sicilie è calato da 395 a 365 miliardi di euro, pari a un decremento del 6,8%.  Il PIL dei nostri territori oggi è pari a circa il 24% del PIL italiano.  Nel 2012, il PIL nel Sud è sceso del 3%, quasi il doppio del centro-nord, e le previsioni per il 2013 sono ancora più devastanti.



Secondo il rapporto SVIMEZ per il 2011, il divario fra le regioni del Sud e quelle del Centro-Nord è ben descritto dai dati riguardanti il reddito pro-capite, ovvero dal PIL regionale diviso per il numero degli abitanti. Diverse regioni del Nord registrano un reddito pro-capite che supera i 30 mila euro, come la Valle d’Aosta con 32.602 euro, la Lombardia con 32.538, il Trentino Alto Adige con 32.288, l’Emilia Romagna con 31.524, mentre le Regioni del Sud si collocano fra i 16.448 euro della Campania e i 21.980 dell’Abruzzo. Il rapporto fra la migliore regione del Nord, la Val d’Aosta, e la peggiore del Sud, la Campania, è quasi di 2 a 1.

Fra i vari fattori che hanno inciso sulla diminuzione del PIL, c’è stato il grosso taglio degli investimenti pubblici, che nel Sud sono stati ridotti molto di più che al Centro-Nord.  Secondo Adriano Giannola, presidente dello SVIMEZ, “Se al Sud fosse stato operato un taglio di risorse pubbliche pari a quello del Nord, nel 2012 il crollo del PIL si sarebbe fermato all’1,7%” invece del 3%.  Secondo i dati forniti dallo SVIMEZ, nel 2012 la riduzione degli investimenti pubblici ha diminuito il PIL del Mezzogiorno dello 0,9% e per il 2013 la previsione è dell’1,1% di riduzione.

Anche un secondo dato, pubblicato a febbraio dall’Istat, descrive bene il divario fra Centro-Nord e Sud evidenziando la distribuzione del reddito per abitante fra Nord e Sud.  Al Nord il reddito per abitante è 20.800 euro. Scende a 19.300 euro al Centro e a 13.400 euro nel Meridione.  Il reddito mediano delle famiglie che vivono nei nostri territori rispetto a quello delle famiglie residenti al Nord è sceso dal 76% del 2009 al 73% del 2010.

Sempre secondo i dati elaborati dall’Istat nel 2011, la povertà relativa, definita in termini del valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera, include il 4,9% delle famiglia al Nord, il 6,4% di quelle al Centro, contro il 23,3% di quelle nel Sud.  Anche in termini di povertà assoluta, che utilizza un paniere essenziale e minimo di beni e servizi, il Sud registra cifre altissime con il l’8% delle famiglie da considerare povere, contro il 4,1% del Centro e il 3,6% del Nord.

Il quadro statistico descrive una condizione drammatica per le famiglie del Sud e non promette nulla di positivo rispetto alle sue prospettive economiche nel breve e medio termine.  Il nuovo Parlamento, eletto lo scorso 24 e 25 febbraio, è composto da una vasta maggioranza di deputati che non si ispirano al riscatto e al rilancio dei nostri territori, ma rispondono direttamente a disposizioni politiche legate agli interessi tosco padani, che siano di destra, di centro o di sinistra.  Una reale inversione di tendenza per il Sud potrà avvenire solo se la popolazione prenderà coscienza della sua condizione di sottomissione agli interessi tosco-padani e se dal Sud e nel Sud emergerà una classe dirigente identitaria, professionalmente capace e realmente dedita al territorio. 

domenica 17 marzo 2013

Meridionalisti Democratici 17 marzo 2013 - Nuova Sezione nella gloriosa Casalduni (Bn)


Meridionalisti Democratici – federalisti europei
Via di Pozzuoli n. 86 - 80124 Napoli
www.meridem.org - info@meridem.org - fax 081.19308640

Ufficio di Presidenza
Prot. UP12-13

Nel giorno del 17 marzo, dedicato da molti meridionalisti al ricordo delle vittime dell'unità d'Italia, a nome del Presidente dei Meridionalisti Democratici, Domenico Capobianco, del Coordinatore Regionale Campania, Alessandro Citarella, del Segretario Provinciale di Benevento, Giuseppe Mazza e di tutti gli iscritti, vi informiamo, con particolare emozione, che abbiamo aperto la nuova sezione di Casalduni (Bn), ecco di seguito i contatti:
Meridionalisti Democratici di Casalduni
Sezione "17 marzo, Casalduni non dimentica"
Via San Francesco snc - 82027 Casalduni (Bn)
Segretario: Mario Mazzaccara
e.mail: mariomazzaccara@meridem.org

Formuliamo i nostri migliori auguri a tutti gli iscritti ed al segretario della sezione.

venerdì 15 marzo 2013

17 marzo 2013, i Meridionalisti Democratici ricordano i morti del Regno delle Due Sicilie.


In questa triste data c’è chi festeggia l’anniversario della cosiddetta unità d’Italia e chi, invece, ricorda tanti morti ed una vita da colonizzati che si perpetua ancora oggi da 152 anni, nella totale menzogna storica, forse unica nel panorama mondiale.

Il “Risorgimento” c’è stato, ma solo per quei piccoli e poveri stati del centro-nord della penisola, ed in primo luogo per il cosiddetto Regno di Sardegna, governato dai Savoia, che prima del 1861 pativano arretratezza, povertà ed erano subissati da enormi debiti finanziari. Con l’aggressione contro il Regno delle Due Sicilie e con la creazione del Regno d’Italia, i Savoia e il governo piemontese hanno potuto spolpare i nostri territori e trasferire la ricchezza dai nostri territori a quelli del centro-nord, creando benessere e sviluppo a nord e relegando il Sud a una condizione di subalternità coloniale.

Oggi, con il lavoro fatto da coraggiosi ricercatori, storici, giornalisti, scrittori e semplici militanti, la storiella dell’unità d’Italia e del cosiddetto risorgimento non regge più. La vera storia, quella dei nostri morti, della spoliazione delle nostre terre, delle ondate di emigrazioni, della grandezza del nostro Stato sovrano e indipendente barbaramente aggredito e occupato, non si può più contestare senza cadere nel peggior negazionismo.

I Meridionalisti Democratici propongono che il 17 marzo di ogni anno divenga una giornata della memoria, affinché si ricordi con fierezza chi siamo stati, come siamo stati vilmente aggrediti e occupati, e si commemorino i nostri compatrioti che hanno combattuto contro l’aggressore, con il sacrificio di migliaia di combattenti regolari e civili, e con migliaia di morti nella popolazione, cercando di trasformare questo ricordo e la commemorazione in una forte azione politica per il rilancio e il riscatto dei nostri territori.

Una reale e sincera commemorazione, tuttavia, richiede che i militanti delle diverse formazioni politiche e delle associazioni che si battono per i nostri territori trovino un accordo di minima che rispetti la pluralità delle posizioni nel mondo meridionalista, autonomista e indipendentista. Purtroppo, quest’anno, mentre si organizzava una manifestazione unitaria, c’è chi ha voluto strumentalizzare la commemorazione per forzare posizioni non condivise e per attaccare personaggi pubblici stimati da gran parte del mondo meridionalista come Pino Aprile e Lino Patruno, cui vanno la nostra solidarietà e la nostra stima. Pertanto, con grande rammarico, i Meridionalisti Democratici non saranno presenti all’evento organizzato da alcuni movimenti per il 17 marzo 2013 a Napoli.

Alessandro Citarella - Coordinatore Campania dei Meridionalisti Democratici

mercoledì 13 marzo 2013

Stop ai test di cosmetici sugli animali: una vittoria europea anche se amara

di Alessandro Citarella

Il Consiglio ed il Parlamento europeo hanno confermato che dall’11 marzo 2013 è esecutivo il bando totale di qualsiasi test sugli animali finalizzato alla produzione di cosmetici e derivati. Il divieto, valido sia per la sperimentazione che per la produzione, si applica, inoltre, anche all’importazione dei prodotti cosmetici in tutti gli Stati membri.

La vittoria è epocale, ma è anche amara. Se da un lato vi è la vittoria della civiltà che fanno di etica e deontologia fondamenta del progresso civile, dall’altra essa è amara perché l’iter esecutivo della risoluzione del Consiglio europeo ha impiegato dieci anni. Sono stati spesi ben 238 mln di euro tra il 2007 ed il 2011 per favorire la ricerca di metodi alternativi ed oggi è ancora troppo complicato comprendere come sia stata spesa questa montagna di denaro. Dopo il giusto compiacimento per il risultato ottenuto del “No alla sperimentazione sugli animali per i prodotti di bellezza”, sarà necessario comunque analizzare dove sono finiti i soldi e chi ha deciso come, dove e a chi finanziare le possibili alternative di ricerca a tale comparto industriale.

sabato 2 marzo 2013

Il voto politico italiano 2013 e le nostre terre

Reggio Calabria batte tutti con l'astensione del 40,47%
Il risultato delle elezioni politiche italiane 24-25 febbraio 2013 non modifica di una virgola la condizione sociale dei cittadini dei nostri territori.  I governi italiani di qualunque colore e sfumature, con l'eventuale presenza di “illuminati tecnici”, hanno dapprima distrutto le capacità produttive di qualità, per poi avvelenare ed utilizzare quali sversatoi di tossici e veleni i campi della “Nostra Terra”.  Questi nostri territori, hanno visto milioni di concittadini emigrare, combattere e perire in guerre non volute. Questi nostri, territori hanno visto il saccheggio delle ricchezze, con il furto del denaro e l'espropriazione delle ricchezze industriali, sia in termini di “know how”, che di capacità produttiva primaria e della diretta derivata.