domenica 15 dicembre 2013

La Grande Distribuzione Organizzata all’attacco dei prodotti di qualità

La Grande Distribuzione Organizzata (G.D.O.) sta conquistando sempre maggiore spazio nel settore del commercio, mettendo in crisi i piccoli commercianti, gli artigiani e gli imprenditori impegnati nella filiera dei prodotti di qualità in tutti i paesi europei.  
La strategia adottata dalla G.D.O. di creare veri e propri “distretti commerciali”, dove sono presenti diversi punti vendita, cinema multisala, ristoranti e pub, palestre e centri benessere, inglobati nello stesso complesso, con ampi parcheggi e situati in zone facilmente raggiungibili, vicino alle uscite autostradali o alle stazioni ferroviarie, sta favorendo anche la pericolosa trasformazione del “cittadino del centro storico” in “consumatore del centro commerciale”, dove l’attenzione è rivolta sempre di più verso la convenienza dell’acquisto di beni primari e di quelli che soddisfano i bisogni indotti dalla pubblicità, piuttosto che verso la protezione del bene comune e dei diritti dei cittadini. 
La strategia economica di sviluppo della G.D.O. rischia di distruggere completamente sia la produzione locale di qualità, sia lo stile di vita di intere comunità, portandole a vivere all’interno di immensi distretti commerciali standardizzati, identici o quasi fra loro, indipendentemente dal sito geografico.

Una seria politica meridionalista deve includere, in maniera sistemica, la tutela della filiera della produzione locale di qualità, l’acquisto a “chilometro zero”, la valorizzazione dei centri cittadini, la tutela e il godimento della bellezza dei paesaggi, e la generale qualità della vita, intesa come elemento fondamentale della ricerca della felicità.   
I Meridionalisti Democratici colgono l’occasione delle prossime festività di fine anno per denunciare che la Grande Distribuzione Organizzata sta continuando nel suo lavoro di sistematica distruzione sia della filiera dei prodotti di qualità, sia dello stile di vita dei meridionali.  L’attacco contro la filiera di qualità sta contribuendo a far perdere molti posti di lavoro nei settori che vanno dalla produzione alla vendita al consumatore.  La creazione di vasti distretti commerciali contribuisce in modo significativo anche ad impoverire i centri storici con tutte le attività ricreative e di vendita connesse. La qualità della vita dei cittadini, spostando il luogo dedicato al tempo libero dai centri storici, dalle campagne, dal mare, alle zone standardizzate e ingabbiate dei distretti commerciali, è destinata a scendere e a divenire alienante e sottomessa all’offerta della G.D.O.

I Meridionalisti Democratici invitano i cittadini ad acquistare beni, prodotti e servizi adottando i principi del “chilometro zero” cercando di favorire la produzione locale il più possibile, riducendo così l’inquinamento da trasporto e anche l’emorragia finanziaria creata dallo spostamento di denaro dal Sud verso i proprietari della G.D.O., i quali, al momento, sono prevalentemente del Nord Italia se non addirittura francesi, tedeschi ed olandesi (fonte Federdistribuzione).

I dolci natalizi campani, siciliani, pugliesi, calabresi, lucani, molisani, abruzzesi e del basso Lazio riflettono una grande varietà di tradizioni storiche, religiose e di popoli che hanno lasciato nei nostri territori segni del loro passaggio.  Consumando e regalando prodotti dei nostri territori potremo dare un segnale che è possibile battersi contro le imposizioni della GDO, riuscendo a spezzare le catene della pubblicità che crea bisogni indotti. 

Con questo spirito invitiamo i nostri iscritti, simpatizzanti ed amici ad acquistare prodotti locali, senza cadere in ridicoli settarismi e estremismi contro prodotti di qualità provenienti da altri territori. Sicuramente non saremo fra quelli che acquisteranno i soliti panettoni e pandori di bassa qualità propinati dalla G.D.O., addirittura sotto costo, con il chiaro intento di distruggere la produzione meridionale.  Saremo invece fra quelli che celebreranno le prossime festività consumando e regalando vini e dolci prodotti rigorosamente locali, ma non cadremo nemmeno nell’assurdo di rifiutare un dolce o un vino di qualità offerto da cari amici di altri territori.

domenica 1 dicembre 2013

Bagnoli: Chiacchiere e munnezza

--Alessandro Citarella
(Coordinatore Campano dei Meridionalisti Democratici -- iscritto alla sezione di Bagnoli)

Oggi il Sindaco di Napoli ha rassicurato i cittadini presenti presso la struttura di Bagnoli lasciata dalla NATO il 30 settembre 2013 che lui ed il Comune faranno in modo che, d’accordo con le associazioni e con i cittadini, l'ex base non sarà lasciata all'assalto indiscriminato della speculazione privata.

Da diversi giorni abbiamo visto mezzi in azione per pulire l’area, anche esterna, della ex base in occasione del concerto di Eduardo Bennato programmato per oggi. Questa cosa ci ha fatto molto piacere. Ma la presa in giro non ci piace. Da una almeno una settimana gran parte del quartiere di Bagnoli ha bellissimi addobbi natalizi che vediamo nella foto qui sotto scattata questa mattina dinanzi ad uno degli accessi al cortile del condominio dove è cresciuto lo stesso Bennato.  Mentre il nostro Eduardo cantava nell'ex base al pulito noi avevamo questa bella compagnia. Nel frattempo a Via Scarlatti e dintorni la raccolta della spazzatura sembra che funzioni meglio.

1 dicembre 2013: una delle entrate al cortile del condominio di Bagnoli dove viveva Eduardo Bennato negli anni 70 

Alle ultime elezioni comunali

lunedì 25 novembre 2013

Il Forum a Napoli e la (mancata) ricchezza della cultura

di Vincenzo Villarosa

Il “Forum Internazionale delle Culture”, che la città di Napoli ospita nel 2013, è un evento promosso dall’Unesco, con il fine di promuovere il dialogo tra le diverse culture dei popoli del mondo. La prima edizione si svolse a Barcellona, nel 2004, sui temi della diversità, dello sviluppo sostenibile e della pace, la seconda nel 2007 a Monterrey, in Messico, con l’aggiunta del tema della conoscenza, e la terza a Valparaiso, in Cile nel 2010, con un particolare accento posto sul problema della povertà.  Nella città partenopea, l’amministrazione del Sindaco De Magistris ha promosso il Forum, mentre la Regione si è accollata l’onere finanziario dell’evento.



Non parleremo qui delle polemiche sorte attorno alla gestione del Forum,

sabato 23 novembre 2013

Dopo il danno, la beffa: La fiera degli sketch!

di Sabrina Creuso

Pomì sbandiera ai quattro venti la provenienza “padana” delle materie prime utilizzate per la produzione di conserve, senza considerare tra l’altro che la pianura Padana non sta molto meglio della Campania, a causa delle polveri sottili, derivanti dai vari inceneritori e dalle fabbriche ancora attive, che invadono il suo territorio.  Il direttore de “L’Espresso” denigra Napoli con una copertina dal titolo “Bevi Napoli e poi muori”, quando i dati condannano, senza appello, la cattiva qualità delle acque al di sopra del Po, allora il quadro è completo. Viene da pensare: senti da che pulpito viene la predica!

Da meridionalisti abbiamo sentito il dovere di aggiungere un "mai" prima di "Pomì"

Le aziende del nord prima devastano i nostri territori con i loro rifiuti tossici industriali inquinando in lungo e in largo, poi si permettono di pubblicizzare, con la complicità dei media controllati da gruppi industriali e finanziari del Nord, la tracciabilità della provenienza dei prodotti agricoli.

domenica 10 novembre 2013

Settimana di lotta a Napoli




Durante la settimana dell’11 novembre ci saranno tre iniziative nella città di Napoli che i Meridionalisti Democratici sosterranno in pieno. Le prime due riguardano la zona flegrea della città -- lo Zoo il 12 novembre e le Terme di Agnano il 15 novembre-- mentre la terza è la manifestazione del 16 novembre contro il biocidio. Andiamo in ordine cronologico:

I quartieri flegrei napoletani
E' fondamentale per il rilancio e il riscatto dell’intera Zona Flegrea che i quartieri napoletani di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura

giovedì 7 novembre 2013

Solidarietà al popolo bretone in lotta!

I media occultano la notizia: da 10 giorni è in corso una rivolta popolare in Bretagna contro il fisco francese

Popolazione in piazza in Bretagna
Si sta toccando con mano cosa accade quando i media, da noi come in Europa, sono lo strumento principale di gestione del potere da parte di una classe politica venduta per intero al colonialismo finanziario che vuole una democrazia di facciata, basando sulle menzogne la propria attività.
Dopo anni di sofferenza e di malcontento generalizzato, la Bretagna, che in Francia è l’equivalente del Sud in Italia, ha detto basta ed è in questi giorni interamente in piazza.

Un nuovo aumento delle tasse sui prodotti agricoli, sui quali si regge gran parte dell’economia bretone ha acceso la miccia, ma ben presto la protesta è dilagata coinvolgendo l’intera popolazione della regione, da sempre talmente poco incline ad essere assoggettata al governo centrale di Parigi tanto che in ben 700.000 hanno ripreso l’uso della scomparsa lingua bretone in circa 50 anni, recuperando tradizioni, identità e lottando politicamente per una fortissima autonomia, che vede i partiti locali come maggioranza assoluta a livello di elezioni nell'ambito della regione.

Bandiera Bretone
In Bretagna, infatti, il tricolore è quasi assente, la bandiera più diffusa è quella storica, Gwenn-ha-du, e chi visita quei luoghi così stupendi che si affacciano sull’Atlantico, non chiami un cittadino del luogo con l’aggettivo francese o non si rivolga a lui in lingua francese, perché tutto ciò potrebbe passare facilmente come un’offesa. I bretoni tengono molto alle proprie radici culturali e linguistiche, diverse da quelle del resto del paese e se poi Parigi impone scelte che condizionano la vita quotidiana e l’economia della regione, ecco che la protesta esplode e diventa quasi impossibile controllarla.

In questi giorni i media francesi spacciano le grandi manifestazioni come una protesta di piccoli gruppi di studenti contro le presunte politiche anti immigrazione del governo Hollande, mentre in Bretagna i “berretti rossi” stanno guidando una sommossa che coinvolge tutta la regione. I berretti rossi sono il simbolo scelto dagli agricoltori in protesta, come facevano nel settecento gli scioperanti contro il fisco, e li indossano come segno distintivo; così dalle campagne, i tumulti sono arrivati alle città: Brest e Rennes su tutte, ma tanti altri importanti centri sono paralizzati da quasi una settimana tra scioperi, occupazioni e scontri con le forze dell’ordine.

Mappa della Bretagna
La popolazione è scesa in piazza e la situazione sembra decisamente fuori controllo, anzi molte fonti locali affermano che è letteralmente sfuggita di mano a Polizia e Gendarmeria.
La gente comune è passata dalle parole ai fatti, e poiché gran parte delle nuove accise è riscossa dai caselli autostradali molti cittadini, dopo aver piazzato delle micro cariche sui caselli, li hanno tirati giù in modo che sia difficile se non impossibile riscuotere i pedaggi.


La protesta degli agricoltori si è quindi trasformata nella rivolta di un’intera popolazione che rivendica anni di angherie e soprusi da parte del governo nazionale e che vuole difendere le proprie radici culturali.

A preoccupare l’Eliseo è anche un effetto domino che tutto ciò potrebbe avere in Francia e, perché no, in Europa: dopo aver cercato di nascondere la notizia, adesso i media, a seguito di 5 giorni di autentiche battaglie urbane, non possono più celare nulla e in un paese dove, come avviene anche in Italia, non ne può più di governi che pensano agli affari personali di qualcuno piuttosto che ad un’economia che porta solo disagi e povertà. Le immagini bretoni potrebbero dar manforte ad altri movimenti in altre regioni, come ad esempio a quelli che sono in corso da noi per le Terre dei Fuochi.

I Meridionalisti Democratici sono solidali con i confratelli bretoni, poiché fanno parte della stessa rete politica in lotta per la liberazione dallo status coloniale in cui ci ritroviamo assieme ad altri.

Il triskell che abbiamo nel simbolo del nostro movimento politico indica che fin dall’atto della sua fondazione il nostro movimento lotta per l’autodeterminazione dei popoli colonizzati, partendo dalle Due Sicilie, uniti per un federalismo europeo basato sull’uguaglianza e sulla democrazia, non bancaria ma politica, di popoli liberi da centralismi oppressivi. Salutiamo i fratelli bretoni come si usa da loro, con un caloroso Yech’ed mat ! Alla salute !

Alessandro Citarella


domenica 3 novembre 2013

Sversamento rifiuti tossici: le responsabilità dello Stato Italiano



Qualche giorno fa, il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha de-secretato i verbali del camorrista Carmine Schiavone sullo sversamento illegale di rifiuti tossici nei nostri territori. Oggi sappiamo quello che sospettavamo da tanto tempo: Le più alte cariche dello Stato sapevano, lo sapevano i magistrati, lo sapevano le forze dell’ordine. Lo sapevano i parlamentari così come molti amministratori pubblici.  Maggioranza ed opposizione sapevano -- hanno sempre saputo; anche gli ambientalisti sapevano, ma hanno supinamente sostenuto ubbidientemente il segreto di Stato.  L’Italia e le sue istituzioni nazionali e locali sapevano. Tutti gli apparati dello Stato italiano, gli stessi apparati dello stesso stato che governa i nostri territori fin dal 1860-61, sapevano.

Oggi sappiamo che le autorità italiane avrebbero potuto condurre in modo segreto le necessarie indagini per colpire i colpevoli del business dei rifiuti tossici, per capire dove andassero i profitti e chi fossero i beneficiari dei traffici, ma, nel frattempo prendere, tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione e il territorio da quei danni che, attraverso la mancata conoscenza e il non intervento, hanno generato le condizioni ambientali e sanitarie che attualmente affliggono la nostra gente e i nostri territori. Si poteva agire per evitare i morti, gli ammalati, il dolore, la sofferenza e la povertà, senza togliere nulla alla segretezza necessaria per svolgere le indagini.  Prendiamo atto che l’Italia ha scelto, ancora una volta, di trattarci da colonia interna, dove la vita del colonizzato non vale niente, specialmente se il colonizzato decide di non abbandonare il suo territorio, diventando emigrante.

E’ particolarmente amaro per i meridionalisti democratici ricevere la conferma che i diversi politici meridionali che hanno ricoperto ruoli di potere nello Stato italiano, come quella di ministro degli interni o quella di ministro dell’ambiente, sono stati strumentali nel nascondere alla popolazione lo stato delle cose per tanti anni.

Oggi è anche preoccupate l’uso strumentale che i media italiani fanno delle interviste di Schiavone, che in televisione sembra essere indicato come “un buono”, ovvero quello che oggi richiama la politica e i governanti a un maggior senso di responsabilità—sembra una eccezionale opera di distrazione di massa, dove un camorrista pentito, responsabile della morte di tantissime persone, diventa il centro dell’attività per la difesa della salute e dei territori!  La spettacolarizzazione di Schiavone è alquanto sospetta.

E va anche denunciata l’azione intrapresa da più parti per generalizzare che tutta la produzione agricola campana e meridionale è inquinata.  Già si vedono in televisione le pubblicità che indicano che un tal prodotto non contiene alimenti campani.

Le lotte che i cittadini stanno conducendo con maggiore insistenza negli ultimi mesi in Campania stanno prendendo sempre di più una colorazione identitaria. Sono sempre di più gli striscioni e i cartelli che accusano lo Stato italiano per le condizioni in cui versano i nostri territori.  Gli slogan vanno dal “bonifichiamoci dall'Italia” ad altre che riconducono agli accordi iniziali fra piemontesi, mafia e camorra, una continuità nei presunti accordi fra stato e mafia, ancora oggi oggetti di interesse giornalistico.  Sempre più spesso i manifestanti portano bandiere e simboli identitari.  Anche se i media non pubblicizzano la svolta identitaria che sta prendendo la lotta nella “Terra dei Fuochi”, è sempre più difficile pubblicare foto che non abbiamo le bandiere e gli striscioni e i cartelli con gli slogan identitari.

I Meridionalisti Democratici vogliono che i territori avvelenati dalla mala politica collusa con le ecomafie siano totalmente bonificati e progressivamente riavviati alle produzioni agroalimentari tipiche e di eccellenza che li caratterizzavano.

Le bonifiche devono necessariamente essere attuate a seguito di una corretta e globale mappatura di tutto il territorio con la stesura di un progetto elaborato da veri esperti e poi condiviso con cittadini ed associazioni e comitati. MD vuole, infine, che le bonifiche rappresentino un momento di riscatto sociale ed economico dell'intero Sud sin dalle loro prime fasi, attraverso un'attenta vigilanza sul conferimento degli appalti, proibendo il subappalto e con l'adeguata formazione di personale tecnico e di manodopera specializzata locale da impiegare.

Infine, i meridionalisti democratici chiedono l’applicazione dell’articolo 439 del codice penale che recita che “Chiunque avvelena acque o sostanze destinate all'alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per il consumo, è punito con la reclusione non inferiore a quindici anni. Se dal fatto deriva la morte di alcuno, si applica l'ergastolo.”  L’avvelenamento dei nostri territori non può e non deve cadere in prescrizione.

lunedì 21 ottobre 2013

I Meridionalisti Democratici aderiscono alla rete internazionale NoFracking

di Alessandro Citarella 

Rete Italiana del no fracking
Abbiamo aderito alla rete “NoFracking” perché dà una informazione oggettiva che permette a chiunque di conoscere lo stato dell’arte di questo controverso metodo per identificare ed estrarre idrocarburi dal sottosuolo. La rete impedisce così che tutte le notizie riguardante il fracking siano completamente nelle mani dei comunicatori delle lobby internazionali dell’energia, già tristemente famose per i troppi danni creati al pianeta. I comunicatori del mondo dell’energia forniscono dati e informazioni in modo totalmente parziale, curando solo gli interessi delle multinazionali e delle finanziarie, cercando di non rendere conto a nessuno del proprio operato. 

Secondo un documento della Commissione Parlamentare italiana per l’Ambiente, territorio e lavori pubblici del 18 settembre 2013, per fracking o fratturazione idraulica “si intende la tecnica di estrazione di idrocarburi, come il petrolio ed il gas naturale conosciuto come shale gas, dalle rocce mediante l’iniezione ad alta pressione di acqua ed altri reagenti chimici nel sottosuolo, in modo da fratturare le rocce di scisto sottostanti incrementando in tal modo la liberazione e la migrazione in superficie dei fluidi contenenti idrocarburi liquidi o gassosi, per il successivo immagazzinamento.” 

Schema di fratturazione idraulica - fracking
Il documento parlamentare indica che “Questa tecnica può determinare effetti anche di tipo ambientale, in quanto modificando la struttura e le caratteristiche fisiche di trasmissività del sottosuolo, si può determinare la messa in comunicazione di falde con differenti qualità delle acque, utilizzate nel processo di fratturazione idraulica, spesso addizionate a diverse sostanze pericolose, tra le quali naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadeldeide, acido solforico, tiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrilamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldeide, ftalati, cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, krypton, zinco, xenon e manganese.” 

La commissione ambiente, territorio e lavori pubblici avverte che “tale metodologia è stata utilizzata in diversi contesti geologici americani, di cui la bibliografia scientifica ne riporta anche gli effetti negativi: sulla base di una casistica molto diffusa, e in particolare dei numerosi eventi accaduti nello Stato dell’Ohio il cui territorio ospita ben 177 pozzi di trivellamento, una parte della comunità scientifica ha maturato l’idea che vi possa essere una correlazione specifica tra le operazioni di indagine geologica per mezzo del fracking e l’aumento dei fenomeni sismici e ciò avrebbe indotto le autorità a regolamentare in modo più rigido l’utilizzo di questa tecnica.” 

Inoltre, per la commissione ambiente, territorio e lavori pubblici del Parlamento italiano, l’attuale letteratura scientifica ha già lanciato diversi allarmi sulla pericolosità della pratica del fracking, specialmente per quanto riguarda la potenziale contaminazione della falde acquifere sotterranee e superficiali “dovute a fuoriuscite di fluidi di fratturazione contenenti additivi chimici o di acque reflue contenenti gas metano disciolto, fango e sostanze chimiche (ad esempio metalli pesanti) e radioattive eventualmente provenienti dal giacimento”. 

La tendenza attuale dei paesi che ricevono richieste di installazione di impianti estrattivi è di sospenderne le autorizzazioni per una dovuta cautela, ma notiamo anche che vi è una forte pressione delle lobby dell’estrazione e quando non vi è mobilitazione ed attenzione delle popolazioni, i governi tendono a pendere frettolosamente dalla parte di questi colossi finanziari. In Italia si registra la contraddizione che mentre il Parlamento sulla base delle richieste popolari ferma il fracking, l’attuale Primo Ministro Enrico Letta invita a un “atteggiamento aperto e non penalizzante per lo sfruttamento delle fonti di energia come lo shale gas”, forse reagendo alle forti pressioni delle lobby dell’energia. Staremo in guardia e parteciperemo alla corretta informazione su questo tema senza lasciarci intimidire dai potenti dell’energia e dai loro partner politici che militano nei partiti tosco-padani.
La mappa europea della protesta per il no fracking

mercoledì 16 ottobre 2013

Quarto (Na) risponde all'appello dei Meridionalisti Democratici

Meridionalisti Democratici – federalisti europei
Corso della Repubblica n. 78 - 80078 Pozzuoli (Na)

Ufficio di Presidenza
Prot- 2013.10.16

Abbiamo il piacere di informarvi  della nascita di una nuova sezione del nostro partito nell'area Flegrea e precisamente nel Comune di Quarto (Na).


A nome del Presidente dei Meridionalisti Democratici, Domenico Capobianco, del Coordinatore Regionale Campania, Alessandro Citarella e del Segretario Provinciale di Napoli, Luigi Guarino diamo il benvenuto gli amici della Sezione di Quarto, ecco di seguito i contatti:


Meridionalisti Democratici di Quarto
Sezione "Antonio De Curtis"
Via Santa Maria n. 275
80010 Quarto (Na)
Segretario: Roberto Di Paola
e.mail: robertodipaola@meridem.org


Formuliamo i nostri migliori auguri al Dott. Roberto De Paola, segretario della sezione e a tutti i nuovi iscritti.

Caldoro e la terra dei veleni

Il Governatore Stefano Caldoro ha pubblicamente chiesto l’intervento del governo per risolvere il problema delle bonifiche in Campania ed in particolare nell'area compresa tra Giugliano, Acerra e Caivano “la terra dei fuochi”.
Mappa della cosidetta "Terra dei fuochi"
Secondo Caldoro si tratta di una emergenza nazionale da intervento immediato. Egli sostiene che la Regione e gli enti locali hanno già fatto tanto ed ora tocca alle istituzioni nazionali.
Di fronte a queste affermazioni non possiamo far altro che rappresentare il nostro sdegno, visto che come riconosce lo stesso Caldoro la Campania è stata stuprata da 30 anni di malaffare e camorra che hanno trasferito illecitamente nei nostri territori rifiuti tossici e pericolosi provenienti dal Nord Italia, dalla Francia e dalla Germania. In tutto questo gioco sporco di denaro e che ha seminato una quantità di veleni enorme nelle nostre terre e nelle nostre acque, la politica locale e regionale c’è entrata e come, attraverso le sue collusioni con la camorra, il silenzio, l’incapacità di prendere decisioni ecosostenibili sul da farsi, anche nella gestione ordinaria dei rifiuti.
Sino al 2009 la Campania vantava il triste primato dell’otto percento in raccolta differenziata, perché’ si preferiva per meri interessi economici pensare a costruire inceneritori, costruiti e gestiti dai soliti noti ed il cui residuo finale, nonché i filtri comunque vanno smaltiti.
Sito di stoccaggio delle "Eco balle" di Taverna del Re
Lo stesso tentativo di realizzazione di un nuovo inceneritore a Giugliano ove distruggere tutto il “tale e quale” attualmente stoccato nelle “ecoballe” di Taverna del Re e della ex Resit è un pensiero folle, visti i continui ritrovamenti di sostanze tossiche, pericolose e nocive all'interno di questi siti -- sostanze cancerogene e mutagene che certamente non vanno incenerite. A Napoli e Giugliano si è manifestato duramente contro questa “folle decisione”, ma le istituzioni vogliono andare avanti per la loro strada sempre e solo nella logica dell’interesse di pochi.
Per noi Meridionalisti Democratici è fondamentale mirare al “rifiuto residuo zero”, attraverso la raccolta differenziata, l’apertura di centri di compostaggio per la frazione umida, di fabbriche per il riciclo della plastica, del vetro, dell’alluminio. Relativamente ai “veleni” che l’intera classe politica ci ha regalato dalla metà degli anni 90 ad oggi, con il relativo carico di morte, vogliamo che questi siano rimossi totalmente. Non ci possiamo accontentare e non dobbiamo pensare possibile far dichiarare quei terreni non bonificabili, perché’ ciò non è vero, ma costa. Vogliamo che le bonifiche partano subito e che siano affidate ad aziende locali certificate e che diano occupazione a lavoratori del territorio. Non vogliamo altre Jacorossi o Recam, oggi Astir, aziende carrozzone che hanno solo intascato soldi pubblici senza mai bonificare nulla. La vera emergenza nazionale è la classe politica corrotta e collusa che dopo aver partecipato attivamente all'avvelenamento del territorio, ora vede nel business delle bonifiche e dell’incenerimento un’ulteriore possibilità di arricchimento.
--Nicola Olivieri

Campi Flegrei 2020 dalla terra dei veleni alla terra del riscatto

Il convegno “Campi Flegrei 2020 -- dalla terra dei veleni alla terra del riscatto” si è tenuto il 12 ottobre 2013, dalle ore 10,30 alle 13,30, a Pozzuoli (Napoli) presso il complesso Agave. Lo scopo degli organizzatori del Convegno è stato di gettare le basi per sviluppare una visione per il futuro dei Campi Flegrei, partendo dalle cause storiche delle condizioni attuali, fotografando lo stato del territorio, proponendo una via per valorizzare le sue risorse, secondo la vocazione naturale dei suoi abitanti e nel rispetto della legalità.

Il convegno, organizzato dall’Associazione per il Meridionalismo Democratico, dal Centro Studi Sandro Pertini e da Freebacoli, con il patrocinio della Provincia di Napoli, è stato moderato dal giornalista flegreo CiroBiondi. Prima dell’inizio dei lavori, la platea ha osservato un minuto di raccoglimento per ricordare gli immigranti morti durante gli ultimi dieci giorni nel tentativo di raggiungere l’isola di Lampedusa.

Il giornalista de “Il Mattino” Gigi Di Fiore ha aperto il convegno con cenni storici su come la “malaunità” italiana ha creato alcuni presupposti che impediscono un reale sviluppo dei nostri territori. Di Fiore, di recente ritorno da Lampedusa ha trovato assonanze fra la “terra dei veleni” e gli sbarchi degli immigranti a Lampedusa, ricordando che sempre un sud più a sud.

Dopo l’intervento di Di Fiore, è stato proiettato un video prodotto da Marco Fantasia che paragona le condizioni preunitarie dei nostri territori, con le eccellenze raggiunte in diversi campi, con lo sfacelo generale che l’unità ha portato a Napoli e a tutto il Sud.

Il sociologo dell’Università di Bari, Prof. Giuseppe Tribuzio, ha messo in risalto l’importanza di una rivoluzione culturale nei nostri territori basata sull’acquisizione della conoscenza. Per Tribuzio, la conoscenza è potere.

Il Prof. Vincenzo Crosio ha descritto il rapporto fra economia, intervento dello stato e colonizzazione nei nostri territori.

Il dottor Nicola Olivieri, medico del lavoro, ha descritto l’avvelenamento delle terre e delle acque dei Campi Flegrei citando dati che emergono dalle varie inchieste condotte dalla magistratura e dalle altre autorità.

L’ingegnere Mario Laurino ha discusso come le bonifiche possono essere un motore di sviluppo dei Campi Flegrei, mentre il geologo Andrea D’Oriano, ha relazionato sulla geotermia come risorsa del territorio.

L’ultimo relatore, il dott. Josi Gerardo Della Ragione, ha presentato una relazione sul tema “Bioparco e Biodistretto dei Campi Flegrei”.

Dopo l’ultimo relatore sono intervenuti una decina di rappresentanti delle associazioni e movimenti che operano sul territorio.

Anthony M. Quattrone, presidente della Scuola Internazionale di Napoli, ha concluso i lavori con un intervento riassuntivo, lanciando la sfida ai movimenti e alle associazioni di passare a una nuova fase dell’impegno per il rilancio e il riscatto dei nostri territori, attraverso lo sviluppo di una visione condivisa di quello che dovrebbero essere i Campi Flegrei del 2020.

mercoledì 9 ottobre 2013

Convegno: CAMPI FLEGREI 2020, dalla terra dei veleni alla terra del riscatto

Invito
Sabato 12 ottobre 2013 ore 9,30-13,30, l'Associazione per il Meridionalismo Democratico, il Centro Studi Sociali Politici ed Economici "Sandro Pertini" e l'Associazione Free Bacoli, con il Patrocinio della Provincia di Napoli, organizzano il convegno CAMPI FLEGREI 2020, dalla terra dei veleni alla terra del riscatto
Hotel Agave sala convegni, SS 7-IV Domitiana Km 53,39
Ingresso riservato distributore Q8, Lago d’Averno, raccordo Tangenziale, corsia direzione Napoli.

Evento Facebook

giovedì 3 ottobre 2013

Putin, Russia, Greenpeace, Cristian D’Alessandro: chi sono i pirati?

Il militante napoletano di Greenpeace, Cristian D'Alessandro, incriminato per pirateria in Russia



Alessandro Citarella

Come ben sappiamo per la dovizia di particolari fotografici forniti da Greenpeace ma soprattutto messi dappertutto dal governo russo, sono in stato di detenzione praticamente senza diritti 30 attivisti di Greenpeace che protestavano pacificamente e con atti puramente dimostrativi, come da consolidati precedenti storici dal 25 Settembre scorso.

Come criminali terroristi saranno in stato di detenzione cautelare per almeno 2 mesi fino a quando non accerteranno se siano pirati oppure no.

L’azione politica dei Meridionalisti Democratici.

di Vincenzo Villarosa

I Meridionalisti Democratici – federalisti europei non hanno ancora festeggiato il loro primo anno di vita, ma sono già presenti nelle 5 province campane, con 20 sezioni locali, e hanno buone relazioni con altre personalità e associazioni politiche meridionaliste in tutti i territori del Sud del paese, pur distinguendosi da loro riguardo il metodo adottato per raggiungere il comune scopo del riscatto e dell’autonomia economica, sociale e politica del Meridione.

I numeri parlano da soli, verrebbe da dire. E invece no, è meglio non lasciare da soli i numeri, ma accompagnarli dal racconto del “come” i Meridem siano giunti, in così breve tempo, a raggiungere un buon radicamento sul territorio campano e ad acquisire il rispetto e la stima di studiosi, di osservatori della vita sociale e politica e di tanti amici presenti in altre strutture partitiche meridionaliste.

domenica 29 settembre 2013

La svendita delle aziende italiane danneggia il Sud





di Sabrina Creuso

Chi vive nel meridione sa che se c’è da tagliare si taglia prima al Sud; sa bene che bisogna mantenere un profilo basso nell’ investimento e nell’ imprenditoria perché c’è la camorra in agguato, e, in ogni caso, non si deve arrecare danno alle concorrenti del Nord. Chi vive nel meridione sa anche che le menti più vivide partorite nelle nostre terre svilupperanno idee geniali che porteranno soldi alle casse di chi garantirà loro stabilità economica: l’emigrazione intellettuale, quelle delle migliori menti, continua e diventare una vera emorragia per i nostri territori.

martedì 24 settembre 2013

L’affare degli inceneritori

I Meridionalisti Democratici hanno preso una posizione netta contro la costruzione di altri inceneritori nei nostri territori per specifici motivi economici oltre a quelli legati alla salute e alla difesa dell’ambiente già denunciati da medici, igienisti e ambientalisti. I Meridionalisti Democratici denunciano il tentativo di stroncare il giusto dibattito in corso sulla gestione e smaltimento dei rifiuti attraverso l’imposizione di una politica tesa a favorire esclusivamente l’incenerimento a scapito di riciclo totale, compostaggio e riutilizzo.

lunedì 16 settembre 2013

Fiera del Levante... ancora favole tricolori dal libro dei sogni!


Anche quest'anno, la Fiera del Levante di Bari ha rappresentato una stupenda passerella mediatica, ma non delle eccellenze pugliesi come si potrebbe presumere, bensì di politici di ogni ordine e grado, esattamente come negli scorsi anni. E come negli scorsi anni, con dovizia di particolari, sia gli intervenuti dal Parlamento italiano sia dalla politica locale, altro non hanno fatto che ripresentare discorsi quasi eguali a quelli proposti negli ultimi 15 anni, almeno secondo l'archivio a nostra disposizione.

lunedì 9 settembre 2013

Usura : Meridione maggiormente a rischio!

di Sabrina Creuso

Dal resoconto pubblicato il 22 agosto 2013 dall'ufficio studi della Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato (CGIA) di Mestre, che pubblica ad intervalli regolari ricerche su tematiche economiche e sociali, si evince come la politica dei tagli e della “spending review” messa in atto con il governo Monti e proseguita poi con il governo delle larghe intese di Enrico Letta abbia evidenziato un clamoroso rafforzamento del potenziale ricorso agli usurai, specialmente al Sud.

Di fatto, dei 5 miliardi di euro di tagli che sono stati applicati al credito per le famiglie, 3 miliardi riguardavano proprio le famiglie del sud Italia. In breve, il 60% dei 5 miliardi sono stati applicati al Sud dove vive solo il 34% della popolazione italiana.


Alcuni dati per capire meglio:

La Calabria ha ricevuto 374 milioni in meno, pari al 4.3 % di erogazioni bancarie in meno, la Basilicata 102 milioni in meno, pari a 4.2% di erogazioni bancarie in meno, poi abbiamo la Sicilia ed il Molise con 2.7% di erogazioni bancarie in meno, pari a 789 milioni in meno per la Sicilia e 40 milioni per il Molise, la Puglia ha registrato 2.3% di erogazioni bancarie in meno e infine la Campania con un meno 2,6% che purtroppo vede un monte impieghi ulteriormente danneggiato per un ammontare di 794 milioni di euro. Da questi dati, che si riferiscono al periodo fra il maggio 2011 e il maggio 2012, si comprende perché le regioni del Sud sono quelle maggiormente a rischio usura. Dagli stessi dati pubblicati dalla CGIA di Mestre, risulta che la regione più fortunata è il Trentino Alto Adige in cui le erogazioni bancarie sono aumentate del +0.7 %. Il Trentino Alto Adige ha un rischio di usura al 49.2% della media italiana, ovvero la metà, mentre la Campania ha il 169.2%, ovvero 69% di possibilità in più rispetto ad una media Italiana calcolata a 100.

lunedì 15 luglio 2013

Una donna del Sud vale meno?

Una donna del Sud vale meno?
di Sabrina Creuso

Il titolo, volutamente provocatorio, vuole aprire una parentesi di riflessione sulla situazione femminile, letta in chiave meridionalista, sulla questione “lavoro”.

Una delle considerazioni più radicata e sempre più spesso taciuta o addirittura inconsapevolmente assorbita, è che quello che fanno le donne sia meno importante di quello che fanno gli uomini; oppure, che le donne sono per loro natura addirittura inadatte a praticare determinate attività che fino a pochi decenni fa erano prerogativa sostanzialmente e prettamente maschile.

domenica 14 luglio 2013

Comunicato Stampa dei Meridionalisti Democratici sulle offese leghiste al ministro Cecile Kyenge



Meridionalisti Democratici – federalisti europei
Corso della Repubblica n. 78 - 80078 Pozzuoli (Na)
www.meridem.org - info@meridem.org - fax 081.19308640

Comunicato Stampa


Le offese del senatore della repubblica italiana, il leghista Roberto Calderoli, nei confronti del ministro dell'integrazione del governo italiano, Cecile Kyenge, potrebbero essere considerate dai meridionalisti una questione puramente interna allo stato coloniale che occupa i nostri territori da oltre 152 anni.

domenica 7 luglio 2013

Acqua potabile: il governo del Nord (PD + PDL) protegge con un decreto gli inquinatori

di Alessandro Citarella

Il Governo “di larghe intese” sta rapidamente mostrando il suo vero volto, che pare proprio essere quello degli esecutori materiali delle volontà delle peggiori menti finanziarie dell’Italia. 
Secondo un articolo apparso sul sito del Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua il 5 luglio 2013, il Governo ha inserito nel “Decreto del Fare”, in modo occulto e nascosto al cittadino comune, una modifica del Testo Unico sull'Ambiente D.lgs. 152/2006, proponendo che “Nei casi in cui le acque di falda determinano una situazione di rischio sanitario, oltre all'eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione”.  Praticamente, si subordina la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente al profitto economico e alle sue logiche perverse, eliminando, di fatto, una norma che attualmente prevede che chi inquina deve pagare.  

mercoledì 3 luglio 2013

La politica tosco-padana svende il patrimonio pubblico e vuole cancellare i beni comuni

Il patrimonio pubblico ed i “ beni comuni “ sono due facce della stessa medaglia, ovvero sono da una parte le proprietà di tutti , come le vestigia storiche o le ferrovie, dall’altra rappresentano un concetto più ampio come l’acqua , i parchi , i fiumi, le campagne, i boschi, l’ambiente.


L’Italia era il paese quarto al mondo per patrimonio personale, con evidente distinguo tra cittadini del nord e del sud dovuto alla politica di colonialismo interno che mirava ad utilizzare il “territorio sud” per l’arricchimento del “territorio nord”. Questo patrimonio è stato attaccato violentemente dai “soliti” detentori del potere economico-politico con il passaggio all’Euro, senza che l’adesione alla nuova moneta fosse oggetto di concertazione con il ceto produttivo (piccole imprese, artigiani, etc).